
Elena Fiordalise Pagnotta al secolo Benedetta, nacque a Vietri sul Mare (Salerno) il 13 marzo 1875 da Guglielmo e Irene Wilson Carbut famiglia benestante e molto stimata nell’area salernitana. Sin da piccola Elena si mostrò bambina vivace e intelligente. Un’intelligenza che emergerà, in età adulta, attraverso i suoi scritti contenenti la “verità degli eventi” 1. La crescita culturale di Benedetta (Elisa) avverrà in uno degli educandati aristocratici, più rinomati delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli a Salerno. Lì, si perfezionerà nello studio delle varie discipline: italiano, francese, pittura, declamazione, arte del ricamo. È in età adolescenziale che Benedetta maturerà il desiderio di una vita da donare totalmente a Dio. Una vocazione che il 3 ottobre 1894 la porterà a fuggire di casa nella speranza di poter raggiungere le Suore della Carità a Parigi dove, poi, rimanere per sempre. Il suo desiderio non si realizzerà e ritrovata, verrà condotta nuovamente nell’educandato di Salerno per completare i suoi studi in musica suonando il violino, il mandolino e il pianoforte. Come accadeva a quei tempi chi nasceva in una famiglia ricca doveva seguire un tipo di educazione che mettesse in evidenza l’ambiente sociale cui apparteneva.
La Fiordalise, come testimoniato da lei stessa il 17 aprile 1938 al Processo ordinario sulla serva di Dio, Madre Isabella, entrò in contatto con la Fondatrice delle Suore Riparatrici del Sacro Cuore già nel 1898 per mezzo della superiora del Collegio dell’Immacolata Concezione a Salerno, Suor Elisabetta Hutin figlia delle Suore della Carità. Suor Elisabetta, così asserito dalla Fiordalise, descrisse Madre Isabella come una suora che viveva già in santità. Attraverso il contatto diretto con la Fondatrice, Elisa non fece altro che constatare e confermare di persona la vera “santità” di Isabella de Rosis a tal punto da rinunciare a diventare Suora della Carità. Una scelta non semplice visto che verrà ostacolata dalle stesse Suore della Carità ma prima di lasciare il Collegio dell’Immacolata scriverà una lettera segreta a Madre Isabella spiegandole il senso della sua vocazione e il suo desiderio di donarsi a Gesù Crocifisso attraverso le Riparatrici.
Benedetta entrerà a far parte delle Riparatrici il 22 gennaio 1901 e indosserà l’abito religioso con il nome di Elena, circa un anno e mezzo dopo la sua entrata (6 giugno 1902)2. La prima professione avverrà il 10 giugno 1904 e la professione perpetua il 18 giugno 1909. È doveroso ricordare che Madre Fiordalise fu Segretaria Generale anche prima di vestire l’abito3. Il 9 ottobre 1904 diventerà Superiora della casa di Matera. I cenni storici della Congregazione4 del 1905 si pensa siano stati scritti da lei stessa visto lo stile di scrivere che emerge dal documento 5. Il primo Consiglio Generale dell’Istituto si tenne a Napoli dal 31 luglio al 4 agosto 1906. Madre Fiordalise in qualità di Superiora di Matera fu convocata come membro di questo primo Consiglio. La stessa suora seguirà con molta attenzione la tanto declamata visita apostolica. Una visita che porterà Madre Isabella a dimettersi da Madre Generale e a dare inizio al suo calvario culminante nella Croce di Cristo6.
Ascendiamo il Calvario come Gesù vuole, lì troveremo Gesù coronato di spine, confitto in Croce. Stringiamoci a Lui, amiamolo per se stesso (Madre Isabella de Rosis).
Madre Isabella non ebbe paura di prendere su di sé la croce perché aveva affidato tutta la sua vita nelle mani di Dio. Quello che più la farà soffrire sarà invece la risposta delle sue consorelle, della Chiesa. Ancora una condanna del Cristo che muore sulla Croce. Ancora una volta per opera dell’uomo.
Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso” (Luca 23:35-43)
È con il silenzio, con l’obbedienza che Madre Isabella risponderà alla scelta sconcertante del Visitatore Apostolico di farla segregare, allontanare da tutto e da tutti. In lei vi è l’ accettazione della Croce come unica risposta all’ uomo e alla sua incapacità di discernimento. È qui che la sofferenza della croce trova senso e si apre alla gioia incontenibile della Risurrezione.
«Cristo per noi si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni altro nome» (cfr. Fil 2,8-9) Cosi farà Madre Isabella.
Madre Fiordalise, è bene ricordarlo, amerà profondamente Madre Isabella e vedrà in lei un puro modello di santità. Negli anni futuri questa ammirazione sarà ancora più evidente quando questa giovane suora assumerà posizioni molto chiare nei confronti del visitatore apostolico, Padre Cesarano.
La sua elezione a Superiora Generale delle Riparatrici del Sacro Cuore avverrà il 4 aprile 1918 subito dopo la morte di Madre Santorelli. Una votazione che, sin dal primo scrutinio e a maggioranza assoluta, si tradurrà in un desiderio di perfezione verso la Croce di Cristo. È la riscoperta trionfante del desiderio di vivere lo spirito di riparazione della Fondatrice.
“Ave o Croce, unica nostra speranza“
Madre Fiordalise, terza Madre Generale della Congregazione delle Riparatrici, passerà alla storia della Congregazione quale ammiratrice, biografa e artefice della costruzione del processo ordinario di beatificazione della Fondatrice7.
Vita della venerandissima Madre Isabella de Rosis è il titolo dato alla biografia sulla vita di Madre Isabella de Rosis da Madre Fiordalise e pubblicata nel 1924. A confermare tale pubblicazione è l’autrice stessa nella deposizione processuale del 1939. Un libricino di circa 70 pagine. Quello che colpisce di questa pubblicazione è la mancanza di una prefazione sostituita con un’invocazione diretta a Gesù affinché benedica il lavoro e faccia ottenere i frutti desiderati.
0 Gesù, benedite la povera mia penna e guidatela Voi a stendere. con verità chiara e luminosa, la vita della carissima madre Isabella de Rosis, venerata fondatrice e prima superiora generale di quest’Ordine delle Riparatrici del Sacro Cuore. Fate che la mia parola scorra facile, sentita, efficace e puramente connessa, da meritarsi la benignità di tutti, ma più che mai l’agognata approvazione dei nostri superiori ecclesiastici, del nostro amatissimo ed eminent.mo cardinale protettore, e di Colui che tutto lega e scioglie in nome tuo sulla terra. Sì, posa sull’umile tua serva la feconda benedizione divina, e sorreggine con un sol raggio dell’immensa tua sapienza, la limitata intelligenza arricchendola d’un atomo soltanto di tua infinita potenza.
Io adunque, in nome tuo e col misterioso segno della Croce, incomincio: In nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo.
madre Elena Fiordalise
È utile riportare qui un breve frammento del paragrafo VII, Parte Seconda di questa biografia riguardante la “prigionia di Madre Isabella descritta da Madre Fiordalise.
Come prigioniera o sepolta viva, la Madre de Rosis è chiusa nella sua camera, poveramente corredata; e per mezzo di due stanze, rese deserte, mette nel coretto, ove passa i giorni della nuova vita, tutta di angoscia e di spasimi: si stringe intera ed intimamente al suo Bene, per cui era vissuta senza interruzione; e coraggiosa e forte nella divina grazia si avvia per erte e dirupate vie…
Oppure
Me ne sono stata sulla Croce abbandonata, guardando il mio Gesù per attingere da Lui la forza a subire le avversità e per non perdere la corona del martirio 8
Madre Fiordalise ebbe un ruolo importante nella storia della Congregazione non solo attraverso la scrittura della biografia sulla Fondatrice, ma anche sul modo di impostare e scrivere le lettere circolari: uno specchio su cui riflettersi. Quello che desiderava Madre FIordalise fu di riuscire a dare un nuovo impulso all’Istituto. Non più divisioni interne, ma solo desiderio di far conoscere chi era veramente Madre Isabella e che cosa chiedeva alle sue consorelle. Essere Riparatrici significava accettare la Croce, condividerla con Cristo, accogliere le avversità. Il Calvario diventava l’unica strada percorribile dove l’obbedienza e il silenzio trovavano la loro vera allocazione: questa era e è la vocazione delle Riparatrici. A questo stato l’anima doveva sperare. Anche il processo di canonizzazione troverà in Madre Fiordalise una forte sostenitrice a tal punto di riuscire ad aprirlo (1953) e arrivare fino al 1946 anno del suo decesso. Madre Elena Fiordalise lascerà questa terra il 10 marzo 1946 alle ore 18:00 all’età di 71 anni.
- Elena Fiordalise, Vita della veneratissima madre Isabella De Rosis, fondatrice e prima generale della Congregazione delle Suore Riparatrici del S. Cuore, Tip. Pontificia Michele D’Auria, Napoli 1925;
- Qui, si vuole evidenziare quanto fosse prudente Madre Isabella. La vocazione era una scelta di vita e pertanto si doveva stare attente che chi faceva richiesta di entrare nell’Istituto avesse veramente la propensione alla vita religiosa.
- Madre Isabella le aveva dato questo incarico perché vedeva nella Fiordalise una suora molto preparata, sia dal punto culturale che religioso.
- I cenni storici della Congregazione rientrano tra i documenti richiesti da Roma per l’approvazione delle Costituzioni.
- Positio 1 pag 461
- La Sacra Congregazione dei religiosi volle l’allontanamento di Madre Isabella dal governo che lei stessa rappresentava disponendone la segregazione. Emerge qui una figura chiara del Visitatatore apostolico incapace di vedere il riflesso di Dio nella vita di Isabella. Ma una responsabilità è da attribuire alle stesse suore incapaci di opporsi ad una così crudele violenza esercitata sulla Fondatrice stessa
- Positio, Vol. II pag 1296.
- Brevi scritti di Madre Isabella raccolti da Madre FIordalise a testimonianza della sua fedeltà a Cristo Crocifisso