Perché un sito web

La Chiesa si sentirebbe colpevole di fronte al suo Signore
se non adoperasse questi potenti mezzi,
che l’intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati;
servendosi di essi la Chiesa «predica sui tetti» il messaggio di cui è depositaria;
in loro essa trova una versione moderna ed efficace del pulpito.
Grazie ad essi riesce a parlare alle moltitudini.
Paolo VIEvangelii nuntiandi



La creazione online di un sito religioso, trova le proprie ragioni di essere nello studio di quei documenti che la Chiesa stessa ha voluto condividere con il mondo intero. Un’idea che, giorno dopo giorno, è andata concretizzandosi attraverso la pubblicazione di alcuni punti fondamentali della nostra Congregazione. Continuando a leggendo questa lettera ci si renderà conto che il nostro fine continua ad essere l’annuncio di Cristo così come fece la nostra cara Fondatrice donandosi completamente a Dio:

“Esorto ad essere vere spose di Gesù Crocifisso, crocifisse con Lui sulla croce e che la nostra aspirazione sia quella di stare strette a Gesù in croce, lavorare senza posa per la sua gloria…” (Madre Isabella de Rosis).1

Gesù stesso rivolgendosi ai suoi apostoli disse:

“Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzando nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. (Mt 28,19- 20; cf Mc 16,15-16).

Questo è il nostro unico obiettivo: continuare ad annunciare con la nostra vita la “Verità”. Certamente i tempi sono diversi e anche i mezzi a disposizione si sono trasformati. Occorre tenere conto che siamo immersi in un nuovo contesto culturale e in esso dobbiamo saper muoverci.

I nuovi media, e l’interazione sempre più stretta tra questi e quelli tradizionali, offrono nuove opportunità per dare voce al Vangelo. Lo stesso Papa Paolo VI in Gaudium et Spes 2 affermava:

“Col suo lavoro e col suo ingegno l’uomo ha cercato sempre di sviluppare la propria vita; ma oggi, specialmente con l’aiuto della scienza e della tecnica, ha dilatato e continuamente dilata il suo dominio su quasi tutta la natura e, grazie soprattutto alla moltiplicazione di mezzi di scambio tra le nazioni, la famiglia umana a poco a poco è venuta a riconoscersi e a costituirsi come una comunità unitaria nel mondo intero. Ne deriva che molti beni, che un tempo l’uomo si aspettava dalle forze superiori, oggi se li procura con la sua iniziativa e con le sue forze”.

È in ragione di questa comunità unitaria nel mondo che vi esorto quindi ad utilizzare queste tecnologie ricordandovi però che i media sono utili non per metterci in mostra ma solo per renderci missionarie di Cristo nel mondo.   

Il sito ufficiale della Congregazione nasce con una duplice funzione: da una parte la diffusione e conoscenza della vita della nostra cara Fondatrice, Madre Isabella de Rosis, dall’altra la possibilità di utilizzare i social media, oggi grandi protagonisti del XXI secolo, in modo più appropriato in un contesto complesso. Conoscere questo mondo virtuale vuol dire maturare la consapevolezza di quello che stiamo facendo e come lo stiamo vivendo. La stessa Chiesa non può rimanere estranea alle nuove tecnologie che, se utilizzate bene possono apportare profondi benefici nelle stesse comunità religiose. Andando a rileggere il Concilio Vaticano II3 ci accorgiamo quanto forte sia stato il desiderio da parte dei padri conciliari di evidenziare la necessità di un progresso per la vita e la missione della Chiesa. Il decreto Inter mirifica4, è interamente dedicato alle comunicazioni sociali. La Chiesa, analizzando i documenti prodotti a partire dal Concilio Vaticano II, mostra una particolare attenzione a questi nuovi mezzi di comunicazione. Un’attenzione che la conduce ad interrogarsi continuamente su quali siano le forme più adeguate ad annunciare, e quindi comunicare nelle forme odierne, Cristo all’uomo contemporaneo. Giovanni Paolo II nell’Enciclica Redemptoris Missio5 (1990) ricordava che:

“L’impegno nei mass media non ha solo lo scopo di moltiplicare l’annunzio: si tratta di un fatto più profondo, perché l’evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dal loro influsso. Non basta, quindi, usarli per diffondere il messaggio cristiano e il Magistero della Chiesa, ma occorre integrare il messaggio stesso in questa «nuova cultura» creata dalla comunicazione moderna. In effetti, la cultura moderna scaturisce, ancor prima che dai contenuti, dal dato stesso dell’esistenza di nuovi modi di comunicare che utilizzano linguaggi nuovi, si servono di nuove tecniche e creano nuovi atteggiamenti psicologici. Tutto questo costituisce una sfida per la Chiesa chiamata ad annunciare il Vangelo agli uomini del terzo millennio mantenendone inalterato il contenuto, ma rendendolo comprensibile grazie anche a strumenti e modalità consoni alla mentalità e alle culture di oggi”.

Benedetto XVI nel suo intervento ai partecipanti all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali (29 ottobre 2009)6 affermava:

“Al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali tocca approfondire ogni elemento della nuova cultura dei media, a iniziare dagli aspetti etici, ed esercitare un servizio di orientamento e di guida per aiutare le Chiese particolari a cogliere l’importanza della comunicazione, che rappresenta ormai un punto fermo e irrinunciabile di ogni piano pastorale. Proprio le caratteristiche dei nuovi mezzi rendono, peraltro, possibile, anche su larga scala e nella dimensione globalizzata che essa ha assunto, un’azione di consultazione, di condivisione e di coordinamento che, oltre a incrementare un’efficace diffusione del messaggio evangelico, evita talvolta un’inutile dispersione di forze e di risorse. Per i credenti la necessaria valorizzazione delle nuove tecnologie mediatiche va sempre però sostenuta da una costante visione di fede, sapendo che, al di là dei mezzi che si utilizzano, l’efficacia dell’annuncio del Vangelo dipende in primo luogo dall’azione dello Spirito Santo, che guida la Chiesa e il cammino dell’umanità”.

La nostra è una Chiesa che osserva la tecnologia e la promuove pur rendendosi conto della responsabilità intrinseca in essa contenuta ma non possiamo e non dobbiamo evitarla.  La Inter mirifica interviene in merito con la legge morale:

“Per usare rettamente questi strumenti è assolutamente necessario che coloro i quali se ne servono conoscano le norme della legge morale e le osservino fedelmente in questo settore. Tengano perciò presente il contenuto, comunicato secondo la natura propria di ciascuno strumento; considerino inoltre tutto il contesto -come, ad esempio, il fine, le persone, il luogo, il tempo etc.- nel quale si attua la comunicazione stessa, perché il contesto è capace di modificarne, o addirittura di cambiare totalmente, il valore morale. A questo proposito segnaliamo in particolare il modo di agire proprio di ogni strumento, cioè la sua forza di suggestione, che può essere tale che gli uomini, soprattutto se insufficientemente preparati, riescano con difficoltà ad avvertirla, a dominarla e, quando occorresse, a respingerla”.

La missione della Chiesa esige oggi che si considerino la comunicazione e la cultura non tanto fattori strumentali quanto piuttosto dimensioni essenziali dell’evangelizzazione e dell’azione pastorale. Riflettiamo sulla frase del vangelo:

“tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo con cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi” (Atti 2,4).

È proprio il potere di esprimersi che ha accompagnato la Chiesa nella sua missione fino ai nostri giorni invitandoci, in ogni tempo, a trovare le condizioni migliori e più efficaci affinché ciascuno possa ascoltare il racconto delle grandi opere di Dio nella propria lingua (cf Atti 2,5-13).

Inter mirifica si apre elogiando le invenzioni tecnologiche:

“Tra le meravigliose invenzioni tecniche che, soprattutto nel nostro tempo, l’ingegno umano è riuscito, con l’aiuto di Dio, a trarre dal creato, la Chiesa accoglie e segue con particolare sollecitudine quelle che più direttamente riguardano le facoltà spirituali dell’uomo e che hanno offerto nuove possibilità di comunicare, con massima facilità, ogni sorta di notizie, idee, insegnamenti”.

Nel Capitolo I di Inter mirifica, che significa tra le meraviglie, si legge:

“La Chiesa cattolica, essendo stata fondata da Cristo Signore per portare la salvezza a tutti gli uomini, ed essendo perciò spinta dall’obbligo di diffondere il messaggio evangelico, ritiene suo dovere servirsi anche degli strumenti di comunicazione sociale per predicare l’annuncio di questa salvezza ed insegnare agli uomini il retto uso di questi strumenti. Compete pertanto alla Chiesa il diritto innato di usare e di possedere siffatti strumenti, nella misura in cui essi siano necessari o utili alla formazione cristiana e a ogni altra azione pastorale. Così pure è dovere dei sacri pastori istruire e guidare i fedeli perché essi, anche con l’aiuto di questi strumenti, perseguano la salvezza e perfezione propria e di tutta la famiglia umana”.

San Paolo scrivendo alla comunità di Corinto affermava: “Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1Cor 9,16).

È Papa Paolo VI a rispondere a San Paolo con la sua Evangelii nuntiandi:

La Chiesa si sentirebbe colpevole di fronte al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi, che l’intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati; servendosi di essi la Chiesa predica sui tetti il messaggio di cui è depositaria; in loro essa trova una versione moderna ed efficace del pulpito. Grazie ad essi riesce a parlare alle moltitudini” (Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, 8 dicembre 1975, 45)7.

Sono queste le ragioni che ci hanno spinto a un utilizzo intelligente delle tecnologie. La cultura odierna ci chiede di essere persone attive e consapevoli nell’uso di questi nuovi media e non spettatori passivi. Siamo noi che con il nostro modo di operare diamo una risposta diversa alla società promuovendo e diffondendo la “Verità”. Se il nostro fine è annunciare il Vangelo la tecnologia diventa il mezzo attraverso il quale manifestiamo il desiderio di evangelizzazione. La tecnologia non affonda l’azione missionaria della Chiesa, al contrario, ci spinge ad una più profonda revisione dei metodi e delle forme con cui oggi si affronta l’annuncio del Vangelo.

Madre Tina Salierno
Superiora Generale

  1. Lettera 409
  2. link: http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19651207_gaudium-et-spes_it.html
  3. Link: http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/index_it.htm
  4. Link: http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_decree_19631204_inter-mirifica_it.html
  5. Link: http://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_07121990_redemptoris-missio.html
  6. http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/speeches/2009/october/documents/hf_ben-xvi_spe_20091029_pccs.html
  7. Link: http://www.vatican.va/content/paul-vi/it/apost_exhortations/documents/hf_p-vi_exh_19751208_evangelii-nuntiandi.html